Viaggio
Perché ho scelto di viaggiare negli ostelli
Viaggiare è una delle esperienze che più arricchisce la vita dell’essere umano. Ad oggi, si evidenzia una tendenza sempre crescente tra i giovani a intraprendere frequenti viaggi all’estero, in compagnia o in solitaria.
Ma con che spirito viaggiare?
C’è chi predilige il comfort di un hotel di lusso o di un appartamento privato, alloggi che senz’altro offrono agi e comodità capaci di facilitare la vacanza.
C’è chi si lancia in rocambolesche avventure a bordo di un camper, o con tenda e zaino in spalle.
Per quanto mi riguarda, ritengo che alloggiare negli ostelli sia la perfetta via di mezzo, il compromesso che unisce la sicurezza di un tetto sopra la testa alla sensazione di ignoto e novità che ricerco in un viaggio.
Il fascino degli ostelli
Gli ostelli, con i loro prezzi accessibili, consentono di imbarcarsi molto più spesso su un volo e di visitare più luoghi. Ad oggi, questo metodo mi ha permesso di visitare una quindicina di paesi esteri, tra cui Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio, Inghilterra, Marocco, Croazia, Slovenia, Giordania, Spagna, Svizzera, Portogallo e altri.
Ogni viaggio è un’esperienza indelebile dentro di me e ne conservo il ricordo, insieme a tutto ciò che ho imparato.
Ciò che più amo degli ostelli è la possibilità di venire a contatto e interagire con persone di tutte le età, provenienze e culture. È come un portale aperto su un’altra dimensione della realtà, alla quale può avere accesso chiunque celi dentro sé uno spirito sognatore e avventuriero, affamato di esperienze e di vita.
Il mio viaggio in Giordania
Ricordo il mio viaggio in Giordania di qualche anno fa. Avevo ventun anni e non ero mai uscito dall’Europa. Venivo da un periodo di noia e frustrazione, bramavo qualcosa di diverso, una via di fuga dalla vita quotidiana; così ho deciso di evadere dalla mia realtà, intraprendendo questa impresa solitaria.
Così, zaino in spalla, un volo da 30 euro andata e ritorno e pochi euro rimasti da spendere negli ostelli e per visitare la città. Sono atterrato ad Amman, la capitale.
Qui, nel primo ostello dove ho alloggiato, ho conosciuto una giovane coppia. Con loro ho visitato il famoso anfiteatro romano, un’imponente testimonianza della storia millenaria della Giordania. Non avrei mai immaginato di scoprire tanta bellezza nel cuore di una città così caotica.
Durante la mia permanenza nell’ostello, ho avuto la fortuna di incontrare anche dei ragazzi locali. Chiacchierando con loro, ho scoperto i segreti per muovermi nel paese spendendo pochi soldi. Mi hanno raccontato dei bus locali, delle tratte meno conosciute dai turisti e di come trovare i migliori alloggi economici.
Grazie ai loro consigli, il giorno successivo ho ripreso lo zaino e mi sono diretto verso Petra, la leggendaria città scavata nella roccia dai Nabatei, una delle 7 meraviglie del mondo.
L’arrivo a Petra
Arrivare lì è stato un viaggio di per sé: ore su un bus sgangherato, paesaggi desertici che scorrevano fuori dal finestrino e la sensazione di essere sempre più lontano da tutto ciò che conoscevo.
Quando finalmente sono arrivato, ho trovato un ostello che sembrava uscito da una fiaba del deserto: spartano ma accogliente, con letti a castello che cigolavano e una terrazza dove si poteva ammirare il cielo stellato (il tutto incredibilmente per 8 euro).
Petra mi ha lasciato senza parole. Camminare tra quelle rocce scolpite secoli fa è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Ho passato ore a esplorare il sito, immaginando la vita che vi si svolgeva, scambiando sorrisi e parole con altri viaggiatori e beduini incontrati lungo il percorso.
Più che un viaggio
Gli ostelli sono stati il filo conduttore di tutto il mio viaggio in Giordania. Luoghi dove non solo ho trovato un letto economico, ma anche una comunità, un rifugio, e storie da ascoltare.
Tutte queste esperienze mi hanno fatto capire che viaggiare non è solo vedere luoghi nuovi, ma anche aprirsi alle persone e alle culture che li abitano.
Ancora oggi, quando ripenso a quel viaggio, provo una nostalgia dolce e un senso di gratitudine. Quello che era iniziato come un modo per evadere dalla mia realtà quotidiana si è trasformato in una delle esperienze più formative della mia vita.